martedì 12 maggio 2020

TI CONOSCO MASCHERINA: come i bambini si confrontano con questo presidio..

Immagine tratta da maestraemamma.it


Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta esperto in età evolutiva, ha regalato a tutti noi questa filastrocca come stimolo per aiutare a rielaborare questo presidio per i bambini.

Pellai è stato molto apprezzato per il suo contributo, ma anche aspramente criticato da coloro a cui non è piaciuta la disinvoltura con cui ha promosso questa misura di sicurezza sui bambini. In realtà Pellai ha semplicemente cercato di aiutare genitori e bambini ad adeguarsi a quello che per i bambini al di sopra dei 6 anni è una misura obbligatoria per limitare la diffusione del virus (dai 2 ai 6 anni è a discrezione del genitore, controindicata sotto i 2). Nessuno potrebbe davvero pensare che la mascherina sia ideale per i bambini e che non abbia nessun impatto sul loro modo di relazionarsi all’altro, in particolare all’adulto, sul loro modo di giocare ed esplorare l’ambiente. Sta di fatto che ad oggi la mascherina oltre ad essere una prescrizione di legge è anche una delle misure più efficaci per limitare il contagio.

Anche il tema mascherina può comunque essere occasione per diventare ancora più consapevoli dell’importanza del contatto viso a viso in età evolutiva e non solo.
Proponiamo una interessante riflessione di Valeria Voli, psicomotricista e insegnante di Massaggio AIMI, rispetto a questo tema.
“Ultimamente mi è capitato con diverse mamme di dovere affrontare l'argomento "mascherina" dal punto di vista dei bambini. 

Il dato oggettivo è che i bambini tollerano e rielaborano questo presidio in maniera personale e differente. A seconda dell'età, del temperamento, delle circostanze familiari, e di molte altre variabili. 

Ciò che rimane, tuttavia, come minimo comune denominatore, è che la mascherina copre una parte del volto. 

Ci siamo domandati cosa significa questo nella relazione? Ci siamo domandati quanto sia difficile per un bambino accettare di portare la mascherina, e di entrare in contatto con adulti e bambini che portano la Mascherina? 

Proviamo a ragionare. 

Questo presidio lascia scoperti gli occhi e poco altro del volto delle persone. Ciò significa che la grandissima parte di muscoli facciali preposti alla comunicazione non verbale del nostro stato d'animo viene occultata. Se pensiamo dunque a ciò che nell'immaginario collettivo viene riconosciuto come inquietante, non faremo fatica ad individuare quei personaggi delle fiabe che spesso spaventano i bambini: fantasmi, banditi, pirati con la benda sull'occhio, ladri con il passamontagna... Tutti personaggi che in qualche modo celano parti del viso. 

La maschera d'altronde è sempre stato un escamotage anche nel mondo classico, nell'ambito teatrale, per interpretare una parte e celare la propria identità. Si nascondeva il "prosopon" Ovvero il volto, l'aspetto della persona. 

Proviamo ora a immaginare ciò che accade nei primissimi mesi della vita del bambino dopo la nascita. Lo sguardo della mamma e del papà, dei fratelli e dei famigliari, diviene sempre più decifrabile, più conosciuto e rassicurante proprio grazie al fatto che il cervello del bambino (e quello delle persone che si prendono cura di lui) riesce a codificare tutte le espressioni del volto dell'altro, a partire dall'integrazione di ciò che "dice" lo sguardo e ciò che "dice" Il resto del viso (mediante i numerosissimi muscoli d'espressione). 

Cosa possiamo quindi dedurre da questa beve riflessione? Possiamo intuire quanto sia profonda la difficoltà per i bambini (soprattutto i più piccoli, soprattutto laddove ancora il canale della verbalizzazione ed espressione delle proprie emozioni sia ancora in via di sviluppo o immaturo) di accettare queste nuove misure, questa barriera che impedisce di conoscere, scrutare, vedere, osservare e decifrare il volto dell'altro. Proviamo a immaginare quanto sia difficile giocare, divertirsi e imparare senza vedere il sorriso dell'altra persona (coetanei, amici di giochi, terapisti, insegnanti...). 

Interroghiamoci anche su questo, e forse troveremo nuove vie per sostenere i nostri bambini nelle nuove sfide che queste circostanze ci impongono”

Augurandoci che questa restrizione possa finire al più presto proviamo ad immaginare in quali modi la mascherina possa essere introdotta al bambino laddove sia obbligatoria o necessaria per limitare situazioni potenzialmente pericolose come i luoghi affollati.

GRADUALITA’: facciamo indossare la mascherina in casa, lasciamo che il bambino si guardi allo specchio, fotografiamolo e osserviamo con lui cosa copre e cosa lascia scoperto. Lasciamo che si abitui a portarla prima in casa e per periodi limitati di tempo e poi per brevi passeggiate, aumentando gradualmente i tempi.

TRASFORMIAMOLA IN UN GIOCO: i bambini rielaborano e comprendono le situazioni attraverso il gioco. A cosa serve la mascherina? A proteggerci dalla diffusione del virus. Se pensiamo con la mente del bambino possiamo paragonare la mascherina ad uno scudo protettivo. Costruiamo con lui una narrazione che abbia senso e che lo aiuti a comprendere a cosa serve utilizzando le sue immagini mentali. Carichiamo l’oggetto di accezioni positive come forza, coraggio, potenza..

DECORIAMOLA INSIEME: scegliamo insieme a lui immagini di personaggi preferiti e decoriamola, personalizziamola insieme al bambino

COINVOLGIAMO IL BAMBINO NELLA COMPRENSIONE DEL CRITERIO IN BASE AL QUALE METTERLA: cerchiamo di spiegare al bambino che la mascherina ci serve quando siamo in contatto con le persone, quando non riusciamo a stare distanti, ma concediamogli di toglierla quando siamo in una strada deserta o quando non ci sono rischi di contatti ravvicinati.

TRASMETTIAMO AL BAMBINO L’IMPORTANZA DI SEGUIRE LA REGOLA: possiamo anche condividere con il bambino il disagio dell’indossare la mascherina, ma è importante che gli facciamo capire che per il bene di tutti ci sono delle regole che vanno seguite anche se non ci piacciono. Fondamentale è quindi dare il buon esempio.

I bambini, come spesso accade, introiettata in modo corretto una regola, diventano più bravi di noi a rispettarla e ci faranno notare quando non lo faremo. Come sempre abbiamo molto da imparare.




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