sabato 28 marzo 2020

LE DIVERSE FACCE DELLA RESILIENZA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS


Prima di scrivere questo post ci ho pensato molto… Mi sono chiesta ce ne sarà davvero bisogno?
In questi giorni ho letto molto sul Coronavirus, molte riflessioni anche interessanti. Personalmente ritengo di aver avuto bisogno di un po' di tempo, tempo per capire, rielaborare, rendermi conto di ciò che stava accadendo. Non so se ci sono riuscita, ancora è difficile prenderne in pieno coscienza, tuttavia una riflessione l'ho fatta e ho voglia di condividerla.

Penso che questo momento ci possa far riflettere sui diversi modi che ha l'uomo per fronteggiare le difficoltà. È sempre interessante guardarsi dall'esterno, studiare le potenzialità infinite del genere umano, le sue contraddizioni, le ambiguità, la ricchezza, la complessità della nostra specie.
Oggi vorrei parlarvi di resilienza. Resilienza è un termine molto utilizzato in molti ambiti (psicologico, ma non solo anche sportivo, lavorativo...), in realtà è un termine preso in prestito dalla fisica e si riferisce alla proprietà di alcuni materiali di non spezzarsi di fronte alle forze avverse applicate, ma di cambiare e adattare la sua forma. Partendo da questo concetto la psicologia ha preso a prestito questo termine per indicare come la persona, davanti alle difficoltà, sappia far emergere o sviluppare capacità e risorse inaspettate che non avrebbe sviluppato altrimenti. Visto in questo modo la difficoltà si va a configurare come una circostanza migliorativa nel percorso di vita dell'individuo.
Nel contesto Coronavirus possiamo dire che questa circostanza, in tutta la sua drammaticità, si stia comunque dimostrando un'occasione per sviluppare resilienza. Vediamo quali sono i diversi processi resilienti che possiamo osservare nel modo di reagire delle persone e vediamo anche quali sono le deviazioni in cui c'è il rischio di incappare.

Una delle modalità con le quali le persone hanno reagito è stato il riconoscersi (verrebbe da dire finalmente) come un'unica comunità. Abbiamo visto in modo chiaro come ci sia stata la necessità di andare sui balconi, di esporre segni di appartenenza e speranza, di creare rituali di elaborazione della situazione e di infondere speranza. La resilienza in questo caso si evidenzia in una presa di coscienza dell'appartenenza comunitaria e questo ha stimolato azioni di solidarietà: quando ci si riconosce nell'altro, quando sentiamo in modo forte la nostra natura sociale (in un momento di isolamento, notate bene) emerge la nostra innata capacità di essere empatici, di sentire il bisogno di fare qualcosa per l'altro.

Un altro aspetto che ha a che fare con la resilienza riguarda i bilanci, i cambi di prospettiva che questo momento di sospensione ci sta costringendo a fare. Di fatto ci troviamo costretti a fare delle riflessioni.. Una condizione non banale. Siamo sempre così incastrati nelle nostre routine organizzate che spesso non abbiamo il tempo e il modo di sentirci. Siamo spesso in fuga da noi stessi, dalle nostre emozioni, dai nostri valori e dalla nostra vera essenza. In questo periodo siamo costretti a riflettere su questo. Molti di noi potrebbero accorgersi che non stanno percorrendo strade in cui davvero credono e avranno la possibilità di cambiare o semplicemente di conoscersi davvero. Potrebbe non essere facile, potrebbero cadere delle certezze, potrebbero emergere emozioni negative che siamo ormai abituati a sotterrare, ma alla lunga ci allontanano da noi stessi.

Questo tempo non ci dà solo l'opportunità di riflettere su noi stessi, ma anche su questioni globali. Sembriamo aver ripreso coscienza di far parte di un tutto più grande di noi, sembriamo aver ripreso rapporti con il trascendente. Ci siamo emozionati osservando la natura che riprende i suoi spazi, i delfini nei porti, l'aria pulita…Abbiamo fatto riflessioni sull'inquinamento, sulla necessità di cambiare le cose e anche sull'impotenza dell'uomo che ha la grande illusione di controllare tutto, ma si ritrova in ginocchio davanti all'invasione di un virus.
Tutte queste riflessioni hanno molto a che fare con la resilienza, così come con essa hanno a che fare le vignette su Facebook e su Whatsapp che ci fanno sorridere nonostante il momento così drammatico. Sembra strano accostare le grandi riflessioni sull'umanità a qualche battutaccia fatta girare sui social, eppure anche l'ironia e l'umorismo sono un modo di fronteggiare le difficoltà, soprattutto quelle che non possiamo cambiare e su cui non abbiamo il controllo.
D'altronde l'uomo è così, la vita è così: c'è il tendere verso le grandi questioni a cui non potremo mai dare una risposta e poi ci sono gli aspetti più concreti, le cose "stupide" che però ci mancano.

Questo momento così particolare ci dà così l’occasione di cogliere i diversi modi in cui sviluppare resilienza: riconsiderare i propri obiettivi, rimodulare traiettorie di vita, percepire un diverso legame tra sé e l’altro, acquisire una visione complessa del rapporto con il pianeta, fare crescere o coltivare (accorgersi che esiste) una parte spirituale, coltivare l’umorismo, l’ironia, saper sorridere.

Viene quindi da chiedersi: come sarà il dopo? Sarà davvero così diverso dal prima? Le persone faranno davvero dei cambi di vita? Avranno davvero una diversa consapevolezza del rapporto tra sè e l'universo?
Oppure torneranno alle loro routine, riprenderanno l'agenda in mano e ricominceranno ad incastrare l'allenamento di calcio con quello di basket con il corso di yoga, ricordando come una strana parentesi questo periodo di sospensione della propria vita?
La risposta dipende da noi. Di sicuro chi sta subendo delle perdite importanti non avrà la vita di prima, per questo è giusto ricordarsi che questo momento, pur mettendoci tutti nelle stesse condizioni, è in realtà molto diverso per ciascuno. La stessa differenza è quella che c'è tra chi sta passando la quarantena in casa e chi sta fronteggiando in prima linea l'emergenza sanitaria, chi vede e vive ogni giorno situazioni estreme che sicuramente non dimenticherà.
In generale possiamo augurarci che la "normalità" possa tornare quanto prima e che in questa nuova- vecchia ritrovata normalità sappiamo fare tesoro degli spunti che oggi scegliamo di voler cogliere.