mercoledì 11 novembre 2020

FIDUCIA: LA VERA CURA PER USCIRE DALLA CRISI?


Il periodo che stiamo attraversando ci interroga ogni giorno su quali saranno gli scenari del prossimo futuro che ci ritroveremo a fronteggiare. Ci chiediamo quando usciremo dalla pandemia, quando ritorneremo alla normalità? 


Purtroppo questa grande incertezza sul futuro, questa difficoltà a progettare, a rilanciare in avanti potrebbe farci rassegnare all'immobilismo " in attesa che tutto passi".

Potremmo sentirci scoraggiati, impotenti, disillusi, in balìa di questa nuova ondata che, nonostante ci fosse stata in qualche modo prospettata, ci ha colti di sorpresa, forse ancora increduli rispetto a ciò che abbiamo attraversato nei mesi passati.
Questa crisi globale ci interroga, in generale, su chi vogliamo essere  e diventare, non soltanto come singoli, ma anche come comunità. Forse c'è un'altra possibilità che va oltre la rassegnazione, la rabbia, l'impotenza. Forse possiamo riflettere, anche a livello educativo, su alcuni punti saldi che proprio in un momento come questo diventano ancora più importanti.

Penso che come genitori e come professionisti che ci occupiamo delle nuove generazioni dobbiamo tenere a mente quanto conti il concetto di FIDUCIA.
Il tema è complesso  e va analizzato da diversi punti di vista.
  • Di cosa hanno bisogno i bambini per crescere?
Il bambino per crescere e separarsi ha bisogno di sviluppare un  legame di FIDUCIA con adulti di riferimento sui quali sa di poter contare, che sente che potranno comprenderlo e accettarlo per come è davvero
  • Come i bambini sviluppano il senso di fiducia in se stessi?
Con questo senso di fiducia profondo il bambino potrà sperimentare anche la fiducia in se stesso perchè, solo così, egli si sentirà libero di esplorare. Così facendo egli farà esperienza del mondo e, accettando anche  l'errore e la sconfitta, potrà pian piano percepirsi in grado di fare molte cose acquisendo un realistico senso di sè e del proprio valore che possiamo chiamare autostima.

Per comprendere meglio quanto la fiducia sia importante potremmo essere aiutati da un piccolo esercizio di riflessione.

Proviamo a pensare al nostro percorso di vita e identifichiamo chi sono le persone che hanno dimostrato di avere fiducia in noi e proviamo a identificare quali messaggi ci hanno lasciato.

Potremmo rimanere sorpresi dal costatare quanto questi messaggi ci abbiano influenzato in positivo rispetto alle nostre scelte di vita e quanto queste voci interne siano in noi ancora oggi presenti.
Questo può aiutarci a chiederci quali sono i messaggi di fiducia che vorremmo trasmettere ai nostri figli.

C'è ancora un altro piano da considerare: la fiducia non riguarda solo il rapporto con se stessi o i genitori, ma anche fiducia nel prossimo ( che dipende strettamente dalle altre due dimensioni).
Troppo spesso nell'ansia protettiva dei genitori può passare un messaggio di sfiducia e sospetto verso il prossimo e il mondo esterno che può generalizzarsi in sfiducia verso il futuro portando al blocco evolutivo.

Ciò di cui abbiamo veramente bisogno in un periodo storico come questo è invece un messaggio controcorrente di fiducia: fiducia nella scienza, nelle istituzioni, nell'altro, nella scuola. nella società, nella comunità. 
Solo così faremo prevalere la speranza e la solidarietà al sospetto, paura, paranoia, impotenza, rabbia e divisione sociale.
Non è un caso che una ricerca scientifica abbia indicato nella FIDUCIA NEL PROSSIMO una delle principali variabili che incidono nel rispetto delle norme anti-contagio: più si ha fiducia nel fatto che anche gli altri si impegneranno nel rispetto delle regole e meno facilmente ci si lascia andare al cosiddetto disimpegno morale, la tendenza a mettere in pausa la coscienza senza sentirsi in colpa.
Forse il disimpegno morale e la sfiducia sono virus ancora più pericolosi.

domenica 8 novembre 2020

SEPARAZIONE: LE TRAPPOLE DA EVITARE

 



La grande emergenza che ci attraversa non è solo un'emergenza sanitaria, ma anche sociale. Sebbene non siano disponibili ancora dati che confermino le nostre impressioni è indubbio che l'impatto sulle famiglie del lockdown e della gestione della situazione sia stato fortissimo. A questo impatto molte famiglie non hanno retto e alcune hanno messo in crisi i propri legami giungendo alla separazione. Sicuramente le fragilità erano già presenti, ma probabilmente la situazione non ha più consentito di non vederle e così si è giunti alla crisi del legame di coppia.


Ma vediamo meglio di delineare quali sono le trappole in cui è facile incappare soprattutto quando sono presenti figli minori.


Ciò che sappiamo da tempo è che la separazione di per sè non è la causa degli eventuali disagi e blocchi evolutivi dei figli, ma la conflittualità ad essa associata. Sembra un'affermazione banale, ma non è così: infatti essa ci dice che, laddove la separazione sia l'esito di un processo di riflessione degli adulti che si rendono conto che non ci sono più i presupposti per andare avanti come coppia, essa si trasforma in un evento simil-protettivo per i minori che avranno evitato di crescere in una famiglia in cui la coniugalità era solo un antico ricordo, o peggio, un legame portatore di sofferenza e conflitto.


1)Ecco la prima trappola da evitare "STIAMO INSIEME PER IL BENE DEI FIGLI": il bene dei figli è stare con genitori che hanno scelto di affrontare i problemi presenti, guardare in faccia la realtà e affrontare il cambiamento, anche doloroso. Il clima emotivo della famiglia è l'ambiente in cui i bambini imparano a conoscere e gestire le proprie emozioni. Ove vi sia un conflitto coniugale esplicito o implicito lo spazio di esplorazione e conoscenza di sè e dell'altro diventa inquinato, limitato, confuso.
Presa la decisione di separarsi spesso i genitori attraversano una fase di confusione nella quale sono preoccupati prima di tutto per i figli, faticano a trovare le parole, vorrebbero che non soffrissero.


2)Altra trappola da evitare: "I FIGLI NON DEVONO SOFFRIRE": è inevitabile che i figli provino sentimenti negativi, devono elaborare il cambiamento, comprendere come sarà da lì in poi la propria vita, realizzare che il genitore che andrà via di casa non sparirà dalla propria vita. In tutto ciò, quello che li aiuterà sarà trovare adulti disposti ad ascoltarli profondamente. Adulti in grado di non spaventarsi davanti alla sofferenza, che riusciranno a stare in ascolto senza farsi travolgere dai propri sensi di colpa, dalla propria rabbia, dal proprio senso di fallimento.
Infine c'è il tema del conflitto, se è vero che è la conflittualità l'elemento chiave che fa la differenza sull'impatto della separazione sui figli e anche vero che le separazioni dove, almeno in una fase iniziale, non sia presente sono davvero poche. Difficilmente i genitori arrivano alla decisione insieme avendo disinvestito nello stesso modo sul legame di coppia. Nella maggior parte dei casi ci sarà un membro della coppia che è più avanti nel percorso e all'altro spetterà il difficile compito di elaborare l'abbandono. Anche chi lascia porta dentro di sè grandi sofferenze, sensi di colpa inespressi che possono tradursi in rabbia e risentimento.
In tutta questa tempesta ci sono le questioni pratiche da gestire, la vita da riorganizzare, gli obiettivi di vita da rivedere... Spesso in questo caos emotivo trova terreno fertile il conflitto che quando è presente non si può nascondere. 

3)Ecco un'altra trappola da evitare: "SI' SONO FURIOSO/A, MA DAVANTI AI FIGLI NON LITIGO MAI E NE PARLO SEMPRE BENE (dell'altro genitore) .."
I figli siano essi bambini piccoli, preadolescenti o adolescenti sanno cosa stiamo provando, sia che lo esplicitiamo e sia che non lo esplicitiamo. Le nostre menti sono fatte per entrare in collegamento e sentire ciò che l'altro sente: si chiama empatia, sostenuta dal meccanismo dei neuroni specchio. I nostri figli hanno contato su questo meccanismo per imparare le cose più importanti della vita emozionale e sociale fin dalla loro nascita e fin da piccolissimi vengono contagiati dai nostri vissuti.
Più i bambini sono piccoli  più manca loro la possibilità di dare un significato a ciò che provano e più sentiranno confusi se non li aiutiamo a comprendere ciò che accade. Anche se il genitore starà attento a non esporre i figli a litigi rabbiosi ( atteggiamento protettivo assolutamente da mantenere), loro coglieranno anche il tono di voce delle chiamate, le espressioni non verbali quando si parla dell'altro genitore, i silenzi, le domande e osservazioni che vengono fatte. Coglieranno tutto questo e probabilmente ne soffriranno.
Nelle situazioni dove il conflitto è acceso i bambini facilmente si sentiranno all'interno di un conflitto di lealtà in cui, spesso anche contro ogni intenzione del genitore, sentiranno di tradire un genitore volendo bene all'altro e viceversa.


Al contrario il maggior fattore protettivo per i figli di genitori separati è la consapevolezza che il LEGAME CON CIASCUN GENITORE VA AVANTI  e deve andare avanti in modo sereno, nonostante l'interruzione del legame coniugale.
Come possono i genitori gestire tutto questo?
L'aspetto più importante è la gestione della propria sofferenza. La separazione va pensata come ad un lutto, un evento dirompente che segna una discontinuità. Da questo evento gli adulti devono rialzarsi e reinventare la propria vita. Questo evento metterà in discussione la loro identità, i loro obiettivi, i rapporti con la famiglia allargata, le risorse a disposizione (anche quelle economiche), le amicizie..ecc
Concedersi uno spazio per elaborare tutto questo, per cercare sostegno da chi ha esperienze simili, ma anche diverse, può aiutare a sviluppare le proprie risorse e non riversare la propria emotività nel rapporto con i figli che hanno, invece, bisogno di genitori che li sostengano e li vedano nei loro reali bisogni.